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CONFAPI ANIEM, ANCE, Associazioni dell’Artigianato e della Cooperazione hanno trasmesso una lettera unitaria al Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti in merito alla possibilità di “spalmare” in 10 anni i crediti derivanti dai bonus edilizi.
Tale ipotesi è contemplata tra gli emendamenti presentati nell’ambito del disegno di legge di conversione del DL 39/2024 (c.d. taglia crediti).
Nella nota si evidenzia che se la previsione diventasse obbligatoria
“si rischierebbe di far saltare tutti i piani economico-finanziari e di mettere in dissesto le imprese che confidavano di poter utilizzare il credito, acquisito come pagamento del corrispettivo contrattuale, in 4 anni, come previsto dalla legislazione vigente.
Si arriverebbe al paradosso che le imprese, pur in presenza del credito, dovrebbero comunque versare parte di imposte e contributi dovuti, per effetto della dilazione in 10 anni introdotta con effetto retroattivo. Se poi la disposizione riguardasse anche i lavori in corso, ciò determinerebbe un blocco degli stessi in modo da rivedere tutte le condizioni contrattuali con la committenza, compresi i condomini, per rendere gli appalti economicamente sostenibili. Le controversie che insorgerebbero produrrebbero un effetto esplosivo con gravi conseguenze”.
Le Associazioni hanno pertanto sollecitato un intervento conseguente in sede parlamentare per ridefinire il contenuto della proposta emendativa. Si segnala che sono stati presentati 349 emendamenti in Commissione Finanze del Senato.
Oltre all’allungamento da 4 a 10 anni dei termini per l’utilizzo del credito di imposta, sono stati presentati diversi emendamenti, in linea con quanto sollecitato da CONFAPI ANIEM nel corso dell’audizione parlamentare, finalizzati a salvaguardare la cessione del credito e lo sconto in fattura per gli interventi realizzati nelle aree dei crateri sismici, disponendo un aumento delle risorse che consenta di includere un maggior numero di lavori.
Un altro emendamento propone di continuare a consentire la cessione del credito e lo sconto in fattura per gli interventi di rimozione delle barriere architettoniche e di messa in sicurezza antisismica fino al 31 dicembre 2025.
Un ulteriore proposta prevede di consentire la remissione in bonis per gli interventi per i quali la copia dell'asseverazione è stata trasmessa all’ENEA entro il 30 marzo 2024 (data di entrata in vigore del DL 39/2024). Anche per i lavori realizzati da onlus e Iacp o altri enti di edilizia popolare, infine, alcuni emendamenti propongono di consentire la cessione del credito e lo sconto in fattura fino al 30 marzo 2024.