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Lo scorso 17 gennaio si è svolta, presso la Commissione Finanze della Camera, l’audizione di CONFAPI ANIEM sulla conversione in legge del recente decreto emanato dal Governo sul superbonus (d.l.n.212/2023).
Dopo aver evidenziato gli effetti rilevanti scaturiti dal superbonus sul sistema economico (gli investimenti ammessi a detrazione, alla fine del 2023, ammontano a circa 103 miliardi dei quali 91 miliardi relativi a lavori già conclusi) l’Associazione ha evidenziato come, la priorità emergenziale attuale sia quella di garantire una gestione ordinata nella fase finale di applicazione del 110%.
In questo contesto, CONFAPI ANIEM ha rinnovato la richiesta di introdurre una proroga temporale limitata, almeno di due mesi, che possa garantire una corretta conclusione dei lavori condominiali senza vincolarla ad alcun stato di percentuale realizzata.
Si tratta di un intervento anche motivato dall’esigenza di compensare le dinamiche che hanno fortemente rallentato la gestione applicativa della misura: frammentazione legislativa, modifica del quadro di riferimento iniziale sia normativo che economico, incertezze interpretative, blocco della cessione dei crediti, ecc.
Sono state evidenziate, in particolare, le ripercussioni causate dall’irrisolto blocco nella cessione dei crediti con decine di migliaia di aziende che hanno eseguito lavori senza avere la possibilità di utilizzare un meccanismo che pure era previsto inizialmente dalla normativa.
La mancata proroga sta mettendo a rischio migliaia di cantieri (sono circa 40.000 per un valore complessivo di lavori stimato in 10 miliardi), determinando effetti devastanti sia sul fronte economico che occupazionale, coinvolgendo non solo le imprese, ma anche tutta la filiera e le figure professionali impegnate nei lavori di efficientamento energetico e di riqualificazione del patrimonio immobiliare.
Le ripercussioni sociali ed economiche, che coinvolgerebbero cittadini, sistema imprenditoriale e occupazionale, potrebbero essere ben più pesanti degli oneri derivanti da una breve proroga.
Il passaggio drastico dal 110% al 70% comporta effetti certi che già iniziano a manifestarsi: lavori non ultimati, proliferazione di conteziosi, fino alla possibilità di sequestri preventivi delle proprietà immobiliari.
Una proroga anche solo di pochi mesi consentirebbe pertanto di scongiurare (almeno in parte) questi effetti, pur ribadendo l’esigenza di ripensare una politica sostenibile e di lungo periodo di incentivi fiscali nell’edilizia.
CONFAPI ANIEM, infine, ha sollevato l’esigenza di intervenire su altri aspetti del decreto, ponendo particolare attenzione alla salvaguardia degli interventi sulle aree sismiche, chiedendo che non siano coinvolte dalle restrizioni gli immobili danneggiati già in possesso di regolare scheda Aedes (strumento per il rilevamento dei danni, la definizione di provvedimenti di pronto intervento e la valutazione dell’agibilità post-sismica degli edifici).