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Il
sistema portuale italiano rischia pesanti ripercussioni se la direttiva EU-ETS
(European Emission Trading Scheme) non subirà modifiche prima del recepimento
da parte degli Stati Membri.
La direttiva, che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55 % entro il 2030, ha incluso, nel maggio di quest’anno, anche il settore marittimo. È previsto infatti un contributo ambientale per gli armatori di grandi navi superiori alle 5 mila tonnellate che avrà pesanti ricadute sulla competitività e sulle potenzialità dell’economia portuale italiana a vantaggio di quelli extra EU.
Sul punto è intervenuto Vittorio Chiappetta, Presidente nazionale della Filiera Trasporti di CONFAPI:
“Fatta la legge, trovato l’inganno. Le compagnie marittime provenienti da paesi extraeuropei e diretti in altrettanti paesi extraeuropei potranno evitare la tassazione al 100% scegliendo semplicemente i porti del nord Africa per il trasbordo”. “Spostare il traffico marittimo non determinerà - continua Chiappetta -, il raggiungimento degli obiettivi climatici ma sposterà l’inquinamento a poche centinaia di miglia di distanza causando però danni di proporzioni ingenti all’economia portuale che sta già subendo gli effetti negativi dovuti all’inflazione”.
Forte preoccupazione anche per le sorti del porto di Gioia Tauro, il più grande terminal per il transhipment presente in Italia. Quasi il 28% di tutti i container movimentati e il 77% di quelli trasbordati passano da Gioia Tauro, che conta, attualmente, 1.600 lavoratori diretti e 4.000 indiretti. Di fronte a questi numeri risulta evidente la necessità di un cambio di rotta.
“Lavoriamo per una transizione verde - conclude Chiappetta - in grado di camminare parallelamente ad una sostenibilità che sia socialmente equa e che tenga conto della competitività del nostro sistema”.