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La valutazione e la prevenzione dei rischi psicosociali
IL CONTESTO
Analizzando la giornata tipo di una persona, emerge chiaramente che, delle 24 ore disponibili, la maggior parte è dedicata al lavoro e alle attività correlate, come trasferte e pause pranzo. Nell’attuale organizzazione del lavoro, inoltre, non è raro che gli impegni professionali si estendano oltre l’orario lavorativo, con telefonate, e-mail e videochiamate che seguono il lavoratore anche al di fuori dell’ambito aziendale. Considerando che almeno 8 ore dovrebbero essere riservate al sonno e al recupero psicofisico, risulta evidente quanto poco tempo rimanga per sé stessi e per gli affetti personali. Questo tempo, inoltre, risente inevitabilmente—nel bene e nel male—di ciò che avviene sul luogo di lavoro e del rapporto che la persona ha con la propria attività professionale
Un lavoratore che vive un ambiente di lavoro sano non subirà ripercussioni negative sulla propria qualità di vita. Al contrario, chi percepisce il proprio contesto lavorativo come “tossico” porterà con sé il peso di tale esperienza, influenzando il suo stato d’animo anche al di fuori dell’orario lavorativo
LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
"L’importanza del benessere lavorativo, inteso anche come valutazione dei rischi psicosociali, è ormai un elemento imprescindibile che nessuna organizzazione può più ignorare, indipendentemente dalla sua configurazione giuridica. Le conseguenze di una gestione inadeguata di tali rischi non si ripercuotono solo sul lavoratore, ma influenzano anche la produttività aziendale.
È importante precisare che il concetto di “rischi psicosociali” va ben oltre la mera valutazione dello “stress lavoro-correlato”, adottando un approccio olistico che considera l’interezza del contesto in cui opera la persona e le conseguenze delle interazioni che ne derivano. Alcune di queste conseguenze sono ben note—stress, burnout, elevato turnover—mentre altre stanno emergendo con sempre maggiore evidenza, come lo straining, la riduzione della concentrazione e della produttività, e le difficoltà nei rapporti tra colleghi e superiori. Ciò conferma quanto siano ampie e in continua evoluzione le problematiche da affrontare.
Nel contesto lavorativo, lo strumento per la gestione dei rischi psicosociali è, ovviamente, la valutazione dei rischi prevista dal D.Lgs 81/08 e la conseguente redazione del DVR (documento di valutazione dei rischi).
DEFINIZIONE
Per una esaustiva valutazione dei rischi è essenziale conoscere il rischio e le sue componenti. Andiamo pertanto ad analizzare più in dettaglio cosa si intende per “rischi psicosociali”. In letteratura è molto frequente intendere i rischi psicosociali “come quegli aspetti di progettazione del lavoro, di organizzazione e gestione del lavoro, nonché i rispettivi contesti ambientali e sociali che potenzialmente possono arrecare danni fisici o psicologici al lavoratore” [1].
Appare dunque evidente che, nel processo di valutazione dei rischi, l’aspetto organizzativo del lavoro debba assumere un ruolo di primaria importanza. È fondamentale una progettazione efficace dell’ambiente lavorativo e delle iniziative volte a favorire il benessere dei lavoratori
CONSEGUENZE
Abbiamo già discusso delle conseguenze negative che un ambiente di lavoro “tossico” può avere sui lavoratori, ma vale la pena evidenziare i dati emersi dallo studio del 2025 di “Great Place to Work”, condotto su 25.000 lavoratori in 19 Paesi europei [2]. Purtroppo, l’Italia si posiziona all’ultimo posto per soddisfazione professionale, con un tasso del 43%, ben al di sotto della media europea del 59%. A conferma di questo dato, una semplice ricerca online sulle statistiche relative al benessere lavorativo rivela che quasi un italiano su due è insoddisfatto della propria attività
In questo contesto, le organizzazioni non sono esenti da conseguenze negative. È fin troppo semplice parlare di calo della produttività o di turnover in un periodo in cui l’offerta di lavoro supera la domanda, ma occorre considerare anche l’aumento dei costi di gestione, il rischio di infortuni e di malattie professionali. In particolare, quest’ultimi possono comportare responsabilità penali nel caso in cui venga accertato un nesso di causa tra il contesto aziendale e la patologia riscontrata
COSA FARE
Le misure di prevenzione da attuare al fine di evitare l’instaurarsi di condizioni di disagio nei lavoratori sono molteplici e di diverse tipologie. Le affronteremo insieme nella seconda parte di questo articolo, in uscita la settimana prossima.
Tecnico della Prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro
[1] https://www.inail.it/portale/ricerca-e-tecnologia/it/ambiti-di-ricerca/area-salute-sul-lavoro/rischi-psicosociali-e-tutela-dei-lavoratori-vulnerabili.html
[2] https://gptw.greatplacetowork.it/blog/european-workforce-study-2025